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Omicidio Sarchiè, ritrovato il tamburo della pistola: sopralluogo degli inquirenti

E' stato proprio il catanese Farina a indicare il luogo, ricerche in corso dei Carabinieri

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Pietro Sarchiè

E’ stato proprio l’accusato di omicidio premeditato Giuseppe Farina a condurre gli inquirenti sul posto dove è stato rinvenuto il tamburo della pistola “compatibile” con l’arma che ha ucciso il commerciante di San Benedetto del Tronto Pietro Sarchiè.

E’ stato effettuato nel pomeriggio di martedì 23 giugno un sopralluogo nei posti in cui vi è stato l’assassinio del sambenedettese Sarchiè. Il 41enne catanese Farina, detenuto nel carcere di Ascoli (ma dell’omicidio è accusato anche il figlio Salvatore, rinchiuso invece a Camerino), ha indicato agli inquirenti anche il luogo per ritrovare quello che rimane di un telefono cellulare che potrebbe appartenere alla vittima.

Farina aveva espresso volontà di collaborare per fare luce sull’omicidio del 18 giugno 2014 di cui si era preso tutte le responsabilità, nel tentativo di scagionare il figlio dall’episodio avvenuto prima a Sellano di Camerino e poi alla Valle dei Grilli, tra San Severino Marche e Castelraimondo.
I Carabinieri sono ancora alla ricerca degli altri pezzi dell’arma che lo stesso Farina disse di aver smembrato e nascosto.

Il prossimo 8 luglio si terrà l’udienza del processo con rito abbreviato.

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