Insediamento Industrie Giorgini a Piediripa: una nota dei residenti
Questo breve inciso intende cercare di riportare la questione relativa all’insediamento della fabbrica Giorgini a ridosso della lottizzazione Valleverde nei giusti termini.
Coloro i quali si oppongono all’insediamento della fabbrica Giorgini a ridosso della lottizzazione Valleverde non sono “ambientalisti radicali” contrari al progresso ed all’industrializzazione, tutt’altro. Sono quei lavoratori che hanno fatto di questi luoghi, di questa terra, la propria ragione di vita. Per intenderci siamo gli addetti ed i proprietari delle aziende agricole ed agrituristiche, delle aziende ricettive e delle aziende, che operano nel sociale, nonché i residenti, i quali in maniera diretta o indiretta, muovono e promuovono l’economia di decine di famiglie, che vedrebbero pregiudicate le proprie attività, il futuro dei propri figli e il lavoro dei loro dipendenti dall’insediamento della fabbrica.
Troviamo pretestuoso, l’atteggiamento con il quale qualche industriale, sollevando e sventolando la bandierina della crisi, cerca di ricattare le istituzioni in nome di 25 posti di lavoro e di prevaricare il diritto di quanti ,fino ad oggi silenti, da generazioni hanno investito credendo nella qualità di questi luoghi e nella produttività agricola di queste terre fertili.
In merito alle dichiarazioni di Claudio Giorgini sulla qualità dei processi produttivi della sua azienda e del nuovo progetto, non abbiamo motivo di dubitare che questi sia tenuto a rispettare tutte le normative di riferimento inerenti gli sversamenti, i fumi e quant’altro. Resta però il fatto che l’impianto che intenderebbe insediare risulta essere industriale, per giunta insalubre di 1° classe e credo che sia evidente a chiunque quanto sia incompatibile con le nostre attività.
Proponiamo pertanto che l’industriale piuttosto che edificare in questa zona agricola, individuata in modo discrezionale senza studi preliminari (tra l’altro in controtendenza alle attuali politiche sulla riduzione del consumo di suolo), pensi al un recupero di uno dei tantissimi siti dismessi che riempiono e degradano tante zone industriali e agricole. In questo modo sì che l’azienda si dimostrerebbe innovativa e sostenibile, con i suoi tetti verdi e i suoi pannelli fotovoltaici, invece di utilizzare un’area agricola che avrebbe solo bisogno di essere tutelata come bene comune e come opportunità per nuovi progetti di sviluppo, che traggono la loro forza dalla messa a sistema delle peculiarità della zona, dalla produzione agricola, alla valorizzazione del patrimonio storico e lo sviluppo del turismo.
Oggi, la crisi economica e ambientale ci dimostra come il modello di sviluppo adottato negli ultimi cinquant’anni non sia più applicabile, perché conduce inevitabilmente ad un corto circuito dal quale non si torna più indietro e siamo convinti che sia oramai acquisita l’idea che sia necessario pensare a recuperare a livello funzionale e ambientale quanto già è stato costruito e promuovere nuove politiche economiche puntando l’attenzione non solamente sull’industria, com’è stato fino ad oggi, ma anche sull’agricoltura e sulle attività di trasformazione ad essa connesse, che porta con sé anche la manutenzione e la tutela del paesaggio e delle risorse naturali, la valorizzazione dei beni culturali e del turismo.
Abbiamo fiducia nella nostra Amministrazione Comunale. Ci rendiamo conto di quanto sia difficile prendere una decisione sulla questione ma confidiamo nella lungimiranza dei nostri Consiglieri Comunali e nella loro capacità di fare scelte di medio e lungo periodo nell’interesse del nostro territorio, delle nostre tradizioni e delle nostre radici.
Dai proprietari delle attività e residenti della zona
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