“Anche in provincia di Macerata si contano i danni dopo l’alluvione del 15 settembre”
Francesco Fucili (Coldiretti Macerata): "Dobbiamo riflettere sulla gestione e sulla tenuta del territorio"
La pioggia nella notte tra giovedì e venerdì e poi le forti raffiche di vento che hanno sferzato tutta la regione. Anche in provincia di Macerata si contano i danni dopo l’alluvione del 15 settembre.
Qui la gran quantità di acqua caduta dal cielo in poche ore ha interessato soprattutto i Comuni di Matelica, dove sono state danneggiati i vigneti di Verdicchio, Apiro, Cingoli e San Severino dove si sono verificate frane, smottamenti e allagamenti. A Visso, il forte vento dei giorni successivi, ha danneggiato i teli delle strutture temporanee montate dopo il terremoto del 2016. Allagamenti anche a Recanati e Porto Recanati dove il Monocchia, affluente del Potenza, è esondato in alcuni punti.
“Da una parte ci sono i cambiamenti climatici che ci mettono di fronte a situazioni di questo genere – commenta Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata – dove le manifestazioni temporalesche violente si abbattono su terreni secchi che non riescono ad assorbire l’acqua che cade e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti. Dall’altra però dobbiamo riflettere sulla gestione e sulla tenuta del territorio. L’agricoltura ha un ruolo di custodia delle aree interne ma spesso ci si scontra con la burocrazia quando si parla di manutenzione dei fiumi. Senza contare l’eccessiva cementificazione. Secondo l’ultimo rapporto Ispra la nostra provincia è quella con la media più alta di suolo consumato delle Marche con 510 metri quadrati per abitanti, ben sopra la media nazionale. Nel corso del 2021 sono spariti altri 64 ettari di terreno che sono stati occupati dal cemento”.
da: Coldiretti Macerata
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