L’Assessore alla Cultura Vanna Bianconi di San Severino Marche replica al prestito dell’altarino
L'Assessore ha risposto alle domande del gruppo consiliare "Centro sinistra per San Severino"
“Se vogliamo valorizzare quello che abbiamo facciamolo conoscere anche altrove, dimostriamoci aperti al territorio se vogliamo che il territorio sia aperto nei nostri confronti”. Con queste parole l’assessore alla Cultura del Comune di San Severino Marche, Vanna Bianconi, ha risposto in aula all’interrogazione presentata dal gruppo consiliare “Centrosinistra per San Severino”, rappresentato dal consigliere Francesco Borioni, in merito al prestito dell’Altarolo di Lorenzo Salimbeni in occasione della mostra “Le Marche per le Marche”, curata da Vittorio Sgarbi.
“Non è la prima volta che l’opera esce dalla nostra pinacoteca civica – ha spiegato l’assessore, sottolineando – Precedentemente la stessa era già stata in mostra a Verona e a Macerata. Non è più delicata di altre opere del 1400. Sicuramente non è più delicata della Madonna della Pace del Pinturicchio che, nel 2015, fu concessa alla Reggia di Venaria Reale in occasione dell’Expo”. Nelle scorse settimane lo sposalizio Mistico di Santa Caterina è stata selezionata e richiesta da Sgarbi per la mostra, che raccoglie opere d’arte prese da Norcia, dal Maceratese e da altre parti d’Italia, per focalizzare l’attenzione sui luoghi colpiti dal sisma con spirito di solidarietà e vicinanza.
“Si potevano scegliere opere da altre città terremotate ma la presenza pittorica dei Salimbeni ad Urbino ci ha favorito. Noi l’abbiamo considerato un privilegio che la qualità delle nostre opere ci ha concesso . La dimensione regionale dell’iniziativa “Le Marche per le Marche” non va sottovalutata come non va sottovalutato il richiamo che l’evento vuole lanciare. Il filo conduttore della mostra sono le certezze comuni del territorio marchigiano, legate da ritmi che ancora consentono la riflessione, il dialogo, la coesione sociale spesso raccolta sotto un campanile, di fronte ad una pala d’altare, nei corridoi di un museo dove opere mute si ritrovano in replica negli ambienti domestici. L’Amministrazione comunale ha riflettuto sul da farsi pensando bene che il prestito temporaneo di una sola opera non sminuisse l’importanza della Pinacoteca, neppure in periodo da terremoto. L’importanza dell’evento e la particolare sede dell’esposizione, l’oratorio di San Giovanni a Urbino, sono stati considerati non secondari ma motivo di onore e di orgoglio per la città e per il territorio”.
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