Macerata, prima del ballottaggio: la parola a Fabio Pistarelli
Oggi parliamo della sfida al ballottaggio per la poltrona di Sindaco a Macerata con Fabio Pistarelli, candidato del centro-destra.
Continua il dibattito prima del ballottaggio che, domenica e lunedì, porterà i cittadini di Macerata a scegliere il proprio Sindaco. Oggi incontriamo il candidato dello schieramento di centro-destra Fabio Pistarelli con cui ci siamo incontrati nella sua sede elettorale, in Corso della Repubblica, in pieno centro storico, e con cui abbiamo fatto una chiacchierata a tutto campo sulla sua storia, le sue idee ed i programmi per la città.
Domanda: La storia di Fabio Pistarelli parte da lontano, dalla militanza assidua e dal lungo lavoro che ha portato all’elezione a consigliere regionale. Grazie a questo bagaglio d’esperienze, quale può essere l’elemento d’innovazione che Lei porta alla città?
Riposta: Innanzitutto, bisogna dire che questa città si è fermata, e questo è lesivo in un momento in cui progredire, economicamente ma anche territorialmente, diventa indispensabile per restare al passo con il resto del mondo. Questo ha provocato un impoverimento dei punti di forza della città, tra cui questo centro storico che ha perso gran parte delle sue potenzialità direzionali e commerciali, oltre a subire un’emorragia di residenti (ne sono rimasti soltanto mille e cinquecento) ed un decentramento delle attività universitarie, prima concentrate entro le mura. Tutto ciò mi ha stimolato a scendere in campo per portare un’altra mentalità ed un metodo diverso che prefiguri un futuro diverso per una città, a mio vedere, spenta ed arretrata, vessata da politiche personalistiche e di breve respiro.
D: In un momento delicato in cui tutti i settori, da quello industriale a quello commerciale fino all’ambito culturale, sono colpiti da una grave instabilità, qual è la soluzione che Pistarelli propone alla sua città?
R: In questo periodo storico l’unica via d’uscita che ci si prospetta è quella del far valere la nostra conoscenza, di puntare sul livello più alto del sistema produttivo, la creatività. E questo è uno dei punti nodali del nostro programma elettorale.
D: Analizziamo allora il programma. L’attenzione viene rivolta innanzitutto ai portatori di saggezza e di storia della città, gli anziani; ma non solo, visto che si parla molto anche di giovani e di nuovi cittadini maceratesi, gli immigrati che hanno stabilito qui la loro residenza. Come risolvere i problemi di queste tre categorie?
R: Il comune denominatore sarà sicuramente la valorizzazione della creatività anche come forza di slancio per l’economia locale, come d’altronde è stata in passato. Oggi questa vocazione si è persa, ma noi vogliamo far tornare Macerata il capo-luogo, farla primeggiare come guida del territorio. Tutto ciò può avvenire se si aiuta gli anziani, la nostra memoria storica, attraverso sostegni alle famiglie che accudiscono i propri cari, oppure incrementando le strutture ricettive sanitarie ed assistenziali. I giovani talenti invece andrebbero aiutati dando loro spazio d’espressione e creando formule di sostegno all’attività culturale. Ma soprattutto dobbiamo migliorare assolutamente la qualità della vita valorizzando le nostre aree verdi, in particolare nelle frazioni che vengono attraversate dai fiumi Chienti e Potenza e che potrebbero ospitare piste pedonali e ciclabili che siano luoghi di relax e diano occasione alle persone di frequentarsi e fare aggregazione.
D: Parliamo di un tema annoso per la città, cioè il contrasto tra centro e periferia, con tutte le dinamiche che hanno creato dissapori tra chi non vedeva di buon occhio il decentramento degli uffici e chi lamentava lo scarso interesse delle amministrazioni verso i quartieri delle vallate. Lei cosa ne pensa?
R: Io credo che l’attenzione è mancata sia al centro storico che alle periferie. Il centro è stato abbandonato e non viene più frequentato, soprattutto dai giovani, mentre le politiche edilizie frammentarie hanno fatto sì che non ci fosse uno sviluppo organico per le tre frazioni, carenti di ogni struttura e soffocate dal traffico veicolare aumentato a dismisura nel tempo, senza un contemporaneo miglioramento della rete stradale. Soprattutto in queste aree si sono poi agglomerati gli extracomunitari e, non trovando né un tessuto sociale coeso né tantomeno delle struttura ricettive, hanno sviluppato la tendenza a fare gruppo a sé, a fare riferimento al gruppo etnico da cui provengono, autoghettizzandosi e rimanendo esclusi dalla vita della città.
D: Ora che ci avviciniamo alle giornate del voto di ballottaggio, e sappiamo che Ballesi e Ranzuglia, esclusi al primo turno, lasceranno libertà di voto ai propri sostenitori, non essendosi schierati né con Lei né con Carancini, e che Anna Menghi non ha ancora sciolto la riserva, come vede Pistarelli il suo rapporto con gli ex-rivali e come crede che si orienteranno i loro votanti?
R: Con tutti e tre i candidati delle liste civiche c’è stato un dialogo franco ed aperto con un confronto davvero costruttivo. Questa pertura credo che abbia determinato un riconoscimento da parte di Ballesi, Ranzuglia ed Anna Menghi della novità del mio programma e della mia volontà di ridare orgoglio ai maceratesi, e spero che questo premierà in fase di ballottaggio. Anche perché noi abbiamo voluto portare uomini nuovi alla politica maceratese, al contrario di altri che hanno composto le liste con nomi che avevano già fatto parte delle precedenti amministrazioni. Questo rinnovamento ci dà motivo per ben sperare.
di Marco Di Pasquale
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Macerata Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!