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Pro e contro della sanità al centro di un convegno a Macerata

Iniziativa dell'Ordine dei medici, Comune e Asur per parlare di Area Vasta 3 e di opportunità

L'Ostello Ricci, Macerata

Il futuro della sanità pubblica. Criticità ed opportunità dell’Area Vasta 3” è il titolo di un convegno organizzato dall’Associazione Medici Cattolici Italiani, sezione di Macerata e patrocinato dal Comune, dall’Ordine dei Medici di Macerata e dall’Asur Marche Area Vasta 3.

L’iniziativa che si terrà venerdì 26 febbraio, alle 17, nella sala convegni dell’Asilo Ricci è stata presentata in Comune nel corso di una conferenza stampa. “Ospitiamo con piacere la presentazione di questa iniziativa perché affronta un argomento che interessa tutti” ha detto il vice sindaco Stefania Monteverde “Al di là dei risvolti politici che in questi giorni stanno interessando la sanità maceratese, il futuro della sanità coinvolge direttamente le persone. Al centro del convegno c’è infatti l’essere umano e il suo benessere. Il tema va colto da questa prospettiva“.

Da questa premessa, infatti, si sviluppa il pomeriggio di venerdì prossimo aperto al pubblico e a tutti gli interessati, che si aprirà con i saluti del sindaco Romano Carancini cui seguirà l’intervento del professor Americo Sbriccoli, presidente dell’Ordine dei Medici di Macerata che parlerà su “La professione medica nel Sistema Sanitario Nazionale“. La questione sarà quindi inquadrata in termini giuridici dall’intervento dell’avvocato Daniela Gasparrini, docente di diritto amministrativo dell’Università di Macerata inerente “L’articolo 32 della Costituzione italiana e la tutela della salute“. Spazio poi agli interventi del dottor Andrea Corsalini, presidente dell’AMCI Macerata, sulle “Implicazioni sociali della sanità pubblica” e quello del dottor Alessandro Maccioni, direttore Asur Area Vasta 3 sulla “Riforma sanitaria: rete clinica e altri servizi dell’area Vasta“.

Presentato il convegno sulla sanità pubblica nell'Area Vasta 3 a MacerataLe motivazioni che hanno spinto l’AMCI di Macerata – l’Associazione Medici Cattolici Italiani, sezione di Macerata – ad organizzare un convegno sulla sanità”, ha affermato Andrea Corsalini “risiedono tutte nel difficile momento storico che la stessa sanità pubblica sta attraversando: un momento contrassegnato da un lato da spinte centrifughe e divisive sul territorio, dall’altra dai continui tagli imposti dallo stato centrale. Il risultato da più parti considerato come sbocco inevitabile è la concreta possibilità che si passi ad un esercizio privatistico della sanità, una soluzione che secondo noi rischia di far precipitare una parte del Paese in una situazione sociale contraddistinta da condizioni di vita precarie e disagiate, acuendo ancor di più le già precarie conseguenze della crisi economica“. Gli enti locali hanno il compito di riorganizzare il servizio sanitario in base alle indicazioni provenienti dallo Stato centrale, mantenendo il livello di qualità nell’erogazione: “Nonostante la costruzione del nuovo ospedale sia una buona notizia“, ha proseguito Corsalini, “va tenuta distinta da ciò che si intende con ‘servizio sanitario’. Bisogna sempre tenere presente che la salute è un diritto inalienabile e cambiamenti, anche importanti nell’erogazione del servizio sanitario, possono avvenire com’è logico che sia, ma vanno operati rispettando sempre quel diritto costituzionale alla salute dei cittadini. Come procedere allora? Riteniamo che individuare obiettivi condivisi eviterebbe il rischio di declino per un intero territorio. Ci vuole un grande senso di responsabilità nell’affrontare la questione, la sanità non può essere argomento di quartiere“.

Il prof. Americo Sbriccoli, presente in conferenza stampa, ha sottolineato che le regole quantitative della burocrazia non possono normare da sole la sanità pubblica: “Si avvicina lo spauracchio di mettere in dubbio il SSN così come lo conosciamo da 60 anni a questa parte. I paesi nordici europei l’hanno già decretato non sostenibile e hanno reso a pagamento molti servizi essenziali che in Italia sono ancora gratuiti. Quando alla fine degli cinquanta del Novecento si concepì il welfare, mi schierai subito a favore del servizio sanitario nazionale, e ancora lo sono. Ma la medicina tagliata su misura del paziente sulla base della quale il medico aveva con lui un rapporto personale non esiste più. Cambiamenti sono in atto: quale direzione prenderanno? Su questo bisogna confrontarsi, perché oggi come ieri gli interlocutori dei medici continuino a essere i pazienti“.

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