Impianti eolici: infondate le accuse alla Regione Marche
“Sono 11 gli impianti eolici che hanno superato l’autorizzazione di impatto ambientale e sono ora in attesa dell’autorizzazione unica regionale. Tutti gli impianti che hanno ottenuto l’autorizzazione ambientale rispettano la normativa e le linee guida regionali stabilite di concerto con tutti i portatori di interessi, comprese le associazioni ambientaliste”.
“Nessuna “indegna” strategia volta a screditare la Sovrintendenza e a scavalcare le norme; l’unica strategia che perseguiamo è quella sottoscritta da 160 Paesi in tutto il mondo che persegue la riduzione dei gas serra per contrastare i cambiamenti climatici.”
Risponde così l’Assessore Amagliani alle accuse lanciate da anonime associazioni riprese da alcuni quotidiani regionali. “Le accuse provengono da persone appartenenti ad anonime “associazioni ambientaliste” – prosegue Amagliani – “Negli articoli non compaiono né nomi né sigle di associazioni che si rappresentano, mentre è noto a tutti che le posizioni ufficiali delle più rappresentative associazioni ambientaliste sono a favore dell’eolico”.
Nelle accuse si parla di torri alte fino a 140 metri, mentre tra gli impianti autorizzati le torri più alte arrivano a solo 60 metri. Si parla di attacchi alla natura e al paesaggio montano. In realtà non si può parlare di attacchi alla natura in quanto tutti gli impianti sono localizzati su terreni ad uso agricolo. Nessun impianto è localizzato su praterie primarie o secondarie. Si parla di “indegna” strategia volta a screditare la Soprindendenza. “Facciamo presente – precisa Amagliani – che tale autorità è stata sempre invitata, come previsto dalla legge, alle conferenze di servizi durante i procedimenti autorizzativi. Non ha mai partecipato. Semmai possiamo parlare di indifferenza da parte di tale organo ministeriale.” Farebbe parte di questa indegna strategia regionale l’atto di ricorrere dinanzi al TAR contro il parere negativo espresso dalla Sovrintendenza? Ebbene, tale strategia è tanto indegna da essere accolta dal Tribunale amministrativo regionale. Ricordiamo infatti che il TAR delle Marche ha accolto la domanda di sospensiva da parte della Comunità montana di Camerino, alla quale si è aggiunta la Regione Marche, contro il decreto con cui la Soprintendenza ha annullato l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Regione al parco eolico pubblico di 34 MWe.
Si parla inoltre di “indegna” strategia volta a scavalcare le norme, anche comunitarie. Ebbene nessun impianto autorizzato è localizzato all’interno dei confini di parchi naturali o aree di interesse comunitario SIC e ZPS. L’unico impianto che rientra in area ZPS è quello di Serra Petrona, ma il vincolo inserito con decreto ministeriale nel 2007 è intervenuto successivamente all’inizio dell’iter istruttorio. In ogni caso, ai fini del rilascio dell’autorizzazione, è stato richiesto un approfondito studio di incidenza ambientale volto a tutelare la biodiversità. Inoltre, per questo impianto smentiamo categoricamente quanto scritto sui giornali dal punto di vista paesaggistico. Il progetto non ricade infatti in aree sottoposte a tutela da parte della Sovrintendenza.
Conclude Amagliani: “La Regione è consapevole dei delicati equilibri in gioco in tema di impianti eolici. È per questo che ha invitato tutti gli attori in gioco, dai produttori agli Enti locali alle associazioni ambientaliste, per definire insieme le linee guida per il corretto utilizzo dell’energia eolica. L’energia eolica è tra quelle che oggi presenta il maggiore potenziale tecnico ed economico tra le fonti rinnovabili. L’eolico può dare un enorme contributo alla riduzione dei gas responsabili dei cambiamenti climatici e si inserisce in un diverso modello di sviluppo che punta sul risparmio energetico e sulla minore dipendenza dalle fonti fossili. Questo non significa che l’Appennino diventi, grazie alle pale eoliche, il nuovo polo energetico regionale. Ricordiamo infatti che il PEAR prevede un limite preciso allo sviluppo dell’eolico. Tutto il mondo, Europa in primis, seguono questa strategia, mentre nelle Marche si frappongono sempre più ostacoli, di varia natura, che arrecano un impatto ambientale maggiore delle pale eoliche.”
Dalla Regione Marche
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