Crisi: le proposte di Unimpresa
Per Apindustria Ancona e Macerata, Cna Confesercenti, Legacoop e Cia Ancona il contenimento delle conseguenze negative deve essere immediato e deve essere legato alle trasformazioni del territorio.
“Il contenimento della crisi deve essere affrontato con un duplice ragionamento: deve avere effetti immediati ed efficienti e deve essere legato alle trasformazioni che si determineranno nel nostro territorio provinciale e regionale, ma riteniamo che più in generale possano riguardare l’intero Paese”. E’ il messaggio che ha lanciato il Comitato Unimpresa, composto da
Apindustria Ancona e Macerata, Cna provincia Ancona, Confesercenti Ancona, Legacoop Ancona, Cia Ancona, al primo evento pubblico ufficiale, che si è svolto questa mattina all’hotel Klass di
Castelfidardo (An), nell’ambito della tavola rotonda “Economia, è ancora buio?”. Moderata dal giornalista Ciro Montanari, hanno partecipato Otello Gregorini, coordinatore Unimpresa, Claudio
Albonetti, presidente Unimpresa, Luciano Goffi, direttore Ubi Bpa, Fabio Badiali, assessore regionale al Lavoro, Francesco Boccia della V Commissione Bilancio della Camera, Mario Baldassarri, presidente VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato.
Unimpresa ha lanciato sette proposte per il superamento della crisi: sostegno alla domanda,
assicurare la liquidità, il sostegno al credito, incentivi all’innovazione ed alta patrimonalizzazione, apertura dei mercati, riduzione della pressione fiscale, difesa del lavoro. Per contrastare la crisi servono scelte e risorse che possono essere attivate in varie
forme. Sul piano fiscale occorrono studi di settore e recupero dei crediti verso la pubblica amministrazione e l’Iva per cassa. Sul piano burocratico, serve eliminare l’incidenza dei vari balzelli sia per l’ apertura di un’impresa, sia per l’attività corrente. Sul piano finanziario, occorre ritornare ad un rapporto fluido sia per la liquidità corrente, sia per gli investimenti con una delega e un ruolo maggiore ai Confidi, visti gli evidenti limiti di conoscenza che il
sistema bancario ha nel trattare le piccole imprese. Sul piano delle opportunità legislative, servono norme che facilitino le imprese verso ricerca, innovazione e qualità. E occorre anche la partecipazione più diretta agli appalti, legati alla velocizzazione di tutto quello che è
cantierabile.
“E’ fondamentale, in un momento come questo, fare ‘massa critica’ anche come associazioni di categoria – ha detto Gregorini -, la tutela della piccole e medie imprese non può più permettersi la frammentazione. Quanto prima si completerà il processo di aggregazione, tanto meglio sarà per la piccola impresa anconetana, e forse marchigiana. Nella visione territoriale della nostra economia devono partecipare due altri attori fondamentali: le istituzioni, e con loro la politica, e il sistema bancario e finanziario”. Secondo Albonetti, “stiamo attraversando cambiamenti epocali dal momento che sono entrati in scena attori economici che hanno stravolto il nostro sistema. C’è stata poi una migrazione di capitali verso zone a basso costo. Quindi l’internazionalizzazione si è trasformata spesso in delocalizzazione”.
Boccia ha invece sottolineato che “in un momento di crisi come questa, i problemi dei lavoratori sono gli stessi degli imprenditori. Oggi sembra buio pesto ma si potrebbe intravedere qualche spiraglio grazie al ruolo delle istituzioni”. Per Baldassarri, “l’economia la fa il sistema globale e, quindi, i due terzi di quella italiana dipende dalla decisioni mondiali dei vari G8, in particolare nelle Marche dipende da queste decisioni i tre quarti della nostra economia”. Badiali ha ribadito l’impegno della Regione Marche ad occuparsi del problema crisi anche grazie al provvedimento con cui è stata anticipata la cassa integrazione sul pagamento dell’Inps ed ha annunciato che la prossima settimana incontrerà il sistema dei Confidi delle Marche. Goffi ha spiegato che “il problema del credito è legato a Basilea 2 che ha delle norme molto rigide, che si basano soltanto su alcuni numeri e parametri, il rating, che non tengono affatto conto di altre aspetti importanti della vita aziendale come la dinamicità, gli investimenti. Ciò rende difficile per la banca concedere il credito anche quando vuole farlo”.
Da Unimpresa
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