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S’indaga ancora sulla morte di Chiara

La famiglia Scirpoli presenterà un esposto per fare luce sugli ultimi giorni della figlia deceduta in Spagna

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Chiara Scirpoli

Sulla morte di Chiara Scirpoli, la 23enne maceratese morta a Siviglia la notte tra il 12 e il 13 dicembre scorso si cerca ancora di fare chiarezza. Si perché i punti deboli delle ricostruzioni finora note sono parecchi e con alcuni contraddittori.

La giovane, partita il 1 dicembre per la cittadina spagnola assieme a un amico maceratese, si è sentita male la sera del 12 dicembre. Fino a quella sera si era messa in contatto con i genitori in più occasioni, raccontando di essersi sistemata in un appartamento in calle Rojas Zorrilla, di cercare un lavoro e, l’ultima volta, di essere raffreddata con alcuni puntini sulla pelle.
La mattina seguente era deceduta e solo diverse ore dopo il fatto, l’amico maceratese aveva informato i genitori di Chiara nel frattempo non avvertiti dalle autorità spagnole. Un fatto che per la famiglia Scirpoli era poco chiaro: perché non sono stati informati subito?

Ma la ricostruzione fatta assieme al legale bolognese Matteo Murgo, che presenterà a breve un esposto-denuncia, presenta anche alcune lacune: innanzitutto l’amico maceratese avrebbe affermato di averla trovata morta la mattina seguente, il 13 dicembre; il loro coinquilino di nazionalità spagnola, invece, sembra abbia dichiarato che la notte stessa Chiara si era sentita male emettendo anche dei lamenti ma l’amico l’avrebbe rassicurato sul fatto che stava solo facendo degli incubi e che stava bene.

Una vicenda su cui le autorità spagnole non hanno ancora fatto luce, con le quali è in contatto il legale della famiglia di Macerata: una famiglia sconvolta, come gli amici e i conoscenti, da una morte al momento senza un perché preciso se non alcune ipotesi come quella dell’intossicazione da farmaci o da altra sostanza in via di accertamento.

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