Ritrovato un elenco di maceratesi scomparsi durate la Seconda Guerra Mondiale
Grazie al lavoro scrupoloso dell’imprenditore veronese Roberto Zamboni, è stato stilato un elenco lungo, minuzioso, dettagliato, e in continuo aggiornamento di Oltre 16.000 italiani scomparsi nella Seconda Guerra Mondiale con il loro nome. Fra questi, 128 sono della provincia di Macerata, giovani internati o deportati nei campi nazisti e che, alla fine di un calvario durato anni, furono sepolti in Germania, Austria e Polonia.
Nel sito “Dimenticati di Stato”,( sul sito www.robertozamboni.com), è narrato il lungo lavoro iniziato da Zamboni nel 1995 e non ancora concluso: esso è risultato essere il primo elenco integrale mai reso pubblico dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo aver consultato le carte del Ministero della Difesa, dell’Archivio Segreto Vaticano, e dopo aver parlato direttamente con i reduci dell’Associazione nazionale Ex deportati di Milano.
Lo scopo di queste pagine, secondo Zamboni, è “far conoscere la tragedia che colpì un proprio congiunto e molti suoi compagni di sventura, deportati, vessati e uccisi nei campi di concentramento nazisti. Molti di questi finirono nell’oblio, a causa di un comportamento assurdo da parte dello Stato italiano. Tacere può anche essere un segno di prudenza ma parlare è quasi sempre un atto di coraggio“.
Tutti i nomi sono catalogati provincia per provincia, Comune e per Comune e, ad ogni persona, segue l’indirizzo del cimitero con le coordinate precise per trovare la tomba.
Sei le persone scomparse della provincia di Macerata, ritrovate da Zamboni: Albino Baldoni sepolto a Francoforte sul Meno (Germania), Augusto Bianchi (Amburgo), Amedeo Cittadini (Amburgo), Fernando D’Amico (Amburgo), Luigi Fabiani (Amburgo) e Mario Natali (Amburgo).
Il maggior numero di caduti spetta a Cingoli con undici, poi Recanati con nove, San Severino con sette e Camerino con sei, Apiro con cinque caduti, a Fiordimonte e Pievebovigliana con due, fino alla costa con i cinque di Civitanova e l’unico nome di Porto Recanati.
di Simone Paolasini
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