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Riunione a Visso sullo stato di avanzamento del progetto di reintroduzione del Camoscio

CamoscioLa scorsa settimana, presso la sede del Parco di Visso, si è tenuto un incontro di aggiornamento e di confronto sullo stato di avanzamento delle iniziative inerenti la conservazione del camoscio appenninico.

All’incontro, organizzato dal Ministero dell’Ambiente – rappresentato nell’occasione da Pierluigi Fiorentino, Susanna Capuzi e Antonio di Croce – hanno partecipato tutti i soggetti coinvolti nelle attività di reintroduzione previste dal Piano d’Azione Nazionale per la Conservazione del Camoscio Appenninico: Regione Abruzzo, Corpo Forestale dello Stato, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Regionale Sirente Velino, collaboratori e dipendenti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Unanime è stata la volontà di rivedere il Piano d’Azione alla luce delle esigenze che si sono sviluppate nei sette anni già trascorsi dalla sua prima stesura; fermi restando alcuni punti-chiave – tra cui la necessità di creare cinque nuclei riproduttivi di camoscio in cinque diverse aree dell’Appennino – si è discusso sull’opportunità di rivedere alcuni dettagli relativi alla disponibilità di camosci in altre aree protette o la possibilità di prelevare, per le immissioni in natura, esemplari presenti nelle aree faunistiche.
Si è inoltre concordato sulla necessità di proseguire l’intervento di reintroduzione nei Sibillini anche nel biennio 2009-2010. Conclusa tale operazione si potrà quindi procedere alla costituzione del nucleo di camosci nel Parco Regionale Sirente Velino. Con ogni probabilità, già dalla prossima riunione del gruppo di lavoro (prevista per il mese di febbraio), si conosceranno le date relative alla seconda annualità del progetto di reintroduzione del camoscio nei Sibillini.
Il Direttore del Parco, Alfredo Fermanelli, nell’illustrare le operazioni del precedente rilascio e lo stato attuale del piccolo nucleo immesso nel mese di settembre dello scorso anno, ha evidenziato le problematiche emerse nel corso dei mesi passati che sono state poi oggetto di una approfondita discussione. A tal proposito, il Ministero dell’Ambiente ha evidenziato la necessità di garantire, anche attraverso appropriati interventi preventivi, la massima tranquillità alla neo-colonia di camosci presenti.
Gli appelli lanciati dal Parco sulla delicatezza delle operazioni, infatti, non hanno pienamente conseguito i risultati sperati, con particolare riferimento a quanto recentemente accaduto in conseguenza dell’intervento di soccorso portato ad alcuni alpinisti in difficoltà e fortunatamente conclusosi con successo. Un intervento che solo grazie alla professionalità del Corpo Forestale dello Stato non ha determinato la dispersione – e quindi una tragica fine – del piccolo nucleo di camosci presente proprio in quella zona: è’ noto, infatti, che l’utilizzo di un elicottero in un’area frequentata da questi animali molto spesso si risolve in una completa dispersione della popolazione.
La tutela del nucleo di camosci, soprattutto in questa prima fase, rappresenta una priorità non solo in termini di conservazione della natura, ma anche per le positive ricadute turistiche che la presenza di questa specie a rischio di estinzione potrà determinare già nel breve-medio periodo.

Dal Parco Nazionale dei Sibillini

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