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Anche Civitanova Marche, Montegiorgio ospitano la Tournée dello Stabile delle Marche

RitoDopo le date di dicembre, che hanno raccolto consenso di pubblico e critica, prosegue a gennaio 2009 la tournée nazionale della produzione Teatro Stabile delle Marche/Leart’ Teatro: Gabbiano – il volo, lo spettacolo che il giovane talento Leo Muscato ha tratto dal capolavoro di Anton Checov.

Lo spettacolo sarà in scena prima nelle Marche, al Teatro Annibal Caro di Civitanova il 16 gennaio e al Teatro Comunale Alaleona di Montegiorgio il 17, 19 e 20 gennaio, per proseguire poi la tournée a Torino alla cavallerizza Reale dal 22 al 25 gennaio, al Teatro San Domenico di Crema il 28 gennaio e a Mantova al Teatro Ariston il 29 gennaio. Gabbiano – Il Volo, dà vita alla terza parte della trilogia del regista drammaturgo Leo Muscato, vincitore del Premio della Critica come miglior regista conferitogli dall’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali nel 2007. Dopo Romeo & Giulietta – nati sotto contraria stella e Casa di Bambola – l’altra Nora (lo spettacolo già in tournée quest’anno con successo sotto l’egida Teatro Stabile delle Marche/Leart’ Teatro), Gabbiano – il volo è il Terzo Capitolo del progetto che prevede la ri-scrittura e messa in scena dei grandi classici.
Gli attori, scelti a seguito del laboratorio itinerante Verso Cechov, organizzato in sette sessioni di lavoro che si sono svolte in tutta Italia e sulle Marche in collaborazione con Amat, provengono da nazionalità diverse, senza limitazione alcuna di razza o colore. Ognuno è un’eccellenza di un genere teatrale differente: prosa, teatro danza, clownerie, canto e sono (in ordine alfabetico) Elena Arcuri, Giulio Baraldi, Barbara Bedrina, Alex Cendron, Andrea Collavino, Francesca Cutolo, Rufin Doh, Simone Luglio, Deniz Ozdogan, Vincenza Pastore e Andrea Pinna. Darammaturgia e regia Leo Muscato, scene e costumi Carla Ricotti, disegno luci Alessandro Verazzi. Drammaturgia e regia Leo Muscato, scene e costumi Carla Ricotti, Barbara Borgolotto, arrangiamenti musicali Elena Arcuri, disegno luci Alessandro Verazzi.
Lo spettacolo, nel suo aspetto formale, esplora l’aspetto tragicomico del mondo creato da Cechov, astenendosi da ogni principio di credibilità legato al naturalismo della quarta parete. Sviluppa un discorso sul teatro, oggi; sulla necessità di farlo e di vederlo. Ognuno vive il teatro in modo diverso: chi come auto-celebrazione, chi come possibilità per diventare “famoso”; chi come puro mestiere logorante, chi come illusione di cambiare il mondo con le nuove forme; chi come ricerca dell’intima verità delle cose e chi come ricordo dei bei tempi che furono; chi come possibilità di evasione dalla sfiducia in se stessi, chi come sogno mancato. C’è pure chi lo considera pura perdita di tempo. Ma l’opera può anche essere letta come una sorta di duello fra generazioni che si disputano quella che chiameremmo politica culturale; una parabola della lotta fra coloro che detengono il potere e quelli che non l’hanno e vorrebbero strapparglielo. È l’atavica storia dei giovani contro i vecchi, e viceversa. Ma questa volta, “…con sei tonnellate d’amore”.

Dal Teatro Stabile delle Marche

Redazione Macerata Notizie
Pubblicato Giovedì 15 gennaio, 2009 
alle ore 16:02
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