I Teatri Sanseverino portano al cinema “Il signore delle formiche”
Doppio appuntamento al San Paolo nelle serate di giovedì 1 e venerdì 2 dicembre

Domani (giovedì 1 dicembre) e dopodomani (venerdì 2 dicembre), con spettacoli alle ore 21, torna il grande cinema al San Paolo di San Severino Marche.
La rassegna dedicata al grande schermo, e proposta dai Teatri di Sanseverino in abbinamento all’abbonamento per quella di prosa, ma comunque aperta a tutti; presenta “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco, Anna Caterina Antonacci e Leonardo Maltese.
Il film è ambientato nella provincia di Piacenza, negli anni Sessanta. Il protagonista, Aldo Braibanti, è un intellettuale con un gran seguito tra i giovani che frequentano la sua “factory” dove si recita, si creano installazioni artistiche, si scrivono poesie. Fra essi c’è Riccardo Tagliaferri, che sogna di essere apprezzato dal suo maestro ma che da lui riceve solo critiche. Un giorno Riccardo porta con sé il fratello minore Ettore, che ha scovato una di quelle formiche che Braibanti, anche mirmecologo, colleziona in una teca. Braibanti dimostra subito gratitudine e stima verso quel ragazzo intelligente e gentile, ma anche un’attrazione, presto ricambiata dal ragazzo, che gli costerà la libertà e la carriera: perché Braibanti è un omosessuale dichiarato. (È sintomatico che la parola omosessuale compaia ne Il signore delle formiche solo dopo un’ora di racconto: un modo narrativamente appropriato per riprodurre il silenzio negazionista che ha circondato non solo il termine, ma l’esistenza stessa di una parte della popolazione italiana.) Contro Braibanti la madre di Ettore, sostenendo che l’omosessualità ormai conclamata del figlio fosse un vizio indotto da Braibanti, intenterà nei confronti di quest’ultimo la prima e unica causa per plagio della storia italiana non su un’opera dell’ingegno ma su un essere umano. Si tratta di vicenda realmente accaduta che, peraltro, aprì un lungo e tormentato dibattito che avrebbe portato alcuni anni dopo alla definitiva abrogazione del reato di plagio dal codice penale italiano. In realtà il processo si trasformò presto nel giudizio di una parte della società italiana contro l’omosessualità. Per contro Il signore delle formiche “fa causa” a quell’ipocrisia che ha costretto molti al silenzio e al sotterfugio, per non dire alla negazione della propria identità e all’isolamento, alla “correzione” forzata: perché se a Braibanti è costata la gogna mediatica e la detenzione, a Tagliaferri, perfettamente sano, è valsa la chiusura in manicomio e una serie di elettroshock. Semplicemente di ingiustizia parla il film di Amelio, senza commettere l’errore di fare di Braibanti un eroe o un santo, e contestualizzando la sua battaglia all’interno di un’epoca della quale rivela anche le contraddizioni, come un Pci più attento a conquistare seggi che a sposare giuste cause e le dichiarazioni imbarazzanti della politica
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