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Università di Macerata, conferito il dottorato di ricerca a trenta studenti

"Il dottorato rappresenta un titolo di eccellenza, un presupposto di assoluta qualità per il mercato del lavoro"

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Nuovi dottori di ricerca all'Università di Macerata

Festa all’Università di Macerata per trenta nuovi dottori di ricerca: Giacomo Alimenti, Mara Calloni, Chiara Capponi, Andrea Caravaggio, Valentina Carella, Angelo Carrieri, Nadia Cornettone, Sara D’Angelo, Michele Fabiani, Giorgia Frongia, Annalisa Giulietti, Alessandro Gusmitta, Marta Lancioni, Carlotta Larocca, Silvia Leoni, Dario Maglio, Michele Magnatti, Francesca Martello, Andrea Pambianchi, Matteo Papantuono, Federica Porcheddu, Margherita Rampioni, Alessandro Rinaldi, Elena Santilli, Roberto Scendoni, David Sforzini, Emanuele Sorichetti, Francesca Tartari, Giorgia Vulpiani, Sirio Zolea. Si è tenuta oggi all’Auditorium UniMc la cerimonia di consegna dei diplomi. I titoli assegnati riguardano i corsi in Scienze Umane, Metodi quantitativi per la politica economica, Scienze giuridiche, Studi linguistici, filologici, letterari.

“Il dottorato rappresenta un titolo di eccellenza, un presupposto di assoluta qualità per il mercato del lavoro e un passaporto indispensabile per entrare nel mondo della ricerca”, ha sottolineato il prorettore ClaudioOrtenzi, portando anche il saluto del rettore Francesco Adornato, impegnato a Roma con l’inaugurazione dell’ottantesimo anno accademico della Lumsa e successivo incontro con Papa Francesco.

Attualmente la scuola di dottorato UniMc conta 170 allievi, di cui 38 iscritti al nuovo ciclo ai quali si aggiungono due studentesse russe in cotutela. Dodici di loro hanno vinto le borse di studio della Regione Marche per dottorati in collaborazione con le aziende.

Come ha ricordato la direttrice della Scuola LauraMelosi, quest’anno l’Ateneo ha fortemente rinnovato i dottorati di ricerca, riconosciuti dal Ministero come Dottorati innovativi: una sorta di “etichetta di qualità” che ne evidenza il carattere internazionale, interdisciplinare e intersettoriale, ossia il rapporto con le imprese e l’impatto sociale sul territorio.

“L’offerta formativa è stata rinnovata per i tre quinti, curvandola in modo deciso nel senso dell’innovazione”, ha specificato Melosi, descrivendo i cinque corsi attualmente attivi, di cui due in lingua inglese: Diritto e innovazione, Formazione, patrimonio culturale e territori, Global studies, Quantitative methods for policy evaluation, Umanesimo e tecnologie.

Per celebrare l’importante traguardo raggiunto dai neodottori – erano in quindici quelli presenti alla cerimonia – e dare il benvenuto ai nuovi arrivati, l’Ateneo ha organizzato per loro un evento speciale invitando lo storico della filosofia AntonelloLaVergata dell’Università di Modena e Reggio Emilia che ha condiviso la sua riflessione, ironica e a tratti spietata, sul rapporto tra culture e linguaggi. “Il linguaggio non serve solo a comunicare, ma anche ad escludere” ha detto richiamando l’attenzione sui rischi dell’autoreferenzialità, quando i tecnicismi vengono usati solo per trasmettere senso di casta, anti democraticità e arroganza. “Il terreno di unione fra scienziati e umanisti è la cittadinanza”, ha aggiunto sottolineando la capacità delle specializzazioni di influenzare il dibattito pubblico. “Per essere umanisti bisogna prima essere umani”, ha concluso.

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