Biogas, Giorgi a Donati: “La questione è politico-istituzionale”
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ribadisco all’assessore Donati (che invece di tacere insiste a parlare aggravando la sua posizione politica) che, per l’appunto, il problema è politico-istituzionale e non tecnico.
La gestione tecnica delle autorizzazioni degli impianti a biogas e biomasse potrebbe anche essere stata corretta sulla base della non condivisibile normativa vigente (lo dirà il TAR): in realtà qualche perplessità ce l’ho, ma il problema è un altro. La normativa è modificabile! Il PEAR prevede vari sistemi presuntamente eco-compatibili di soddisfare il fabbisogno energetico delle Marche: uno di questi sono gli impianti a biogas e biomasse.
Condividiamo, ma dovrebbero essere piccoli impianti (100/200 kw), ad uso degli agricoltori che dovrebbero bruciare scarti di produzione a filiera cortissima. Strada facendo ci si è resi conto che l’attuazione del PEAR relativamente a questi impianti (così come era stato fatto per il fotovoltaico) andava corretta e l’Assemblea Legislativa, lo scorso giugno, aveva disposto una moratoria che Donati e la Giunta hanno ignorato, addirittura accelerando l’iter degli impianti e partorendo una sorta di inesistente correttivo con delibera di giunta.
Per contribuire al raggiungimento del burder sharing, dietro cui l’Assessore Donati continua maldestramente a nascondersi, si sarebbero potuto incentivare piccoli impianti, invece di lasciare il campo alla pura speculazione attivata nella nostra Regione con gli impianti biogas di 0,999 Mw energetici… E ciò, nonostante che Donati avesse ricevuto precise indicazioni da IDV sulla base della linea politica del partito (che è poi quella del centrosinistra): tanto che l’On. Di Pietro e l’On. Favìa si sono resi interpreti delle istanze dei comitati e hanno prodotto due interrogazioni parlamentari contro gli impianti di Castelbellino e Petriolo.
Donati, con i suoi uffici, doveva battersi per il rispetto della volontà del Consiglio e poteva e doveva produrre, come gli era stato suggerito, proposte di legge interpretative e modificative della insufficiente normativa vigente: potevano essere approvate o meno, non importa, ma Donati doveva rendersi interprete della volontà dell’Assemblea Legislativa Regionale e del partito che rappresenta. Ora è totalmente privo di legittimazione e copertura politica-programmatica: in un mondo normale ne avrebbe già tratto le dovute conclusioni (peraltro preannunciate al coordinatore regionale) invece di indire conferenze stampa e blaterare al vento banalità e parole fuori argomento.
da Paola Giorgi
consigliere regionale
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