Blues, ballad, folk americano e musica surf: il concerto di Frankie Chavez a Matelica
Le fotografie di Simone Luchetti per raccontare la data di sabato 27 febbraio del San Severino Blues Festival

Il chitarrista di Lisbona apre il concerto da solo, pizzicando la chitarra acustica, con il piede sinistro in battere su una stomp box realizzata da una scatola di sigari Montecristo amplificata, realizzata dal liutaio Cândido Jacob . Tira fuori subito la sua vocazione da oneman band.
Non manca nulla: il sound è completo e il feeling è giusto. Si diverte suonando e cantando ballad, blues, folk americano, surf. Inevitabili i confronti, anche perché Chavez ha ascoltato tanto blues e tanto rock, soprattutto degli anni ‘60 e ‘70, restandone inevitabilmente contaminato. Dal suo chitarrismo fluido e molto ispirato, ricco e vario ma mai esclusivamente tecnico, riecheggiano forse le influenze dei grandi maestri, da Ray Cooder a Elmore James , ma anche i riff di Keith Richards, Jeff Beck, Billy Gibbons, David Gilmour e alti ancora.
Frankie Chavez, all’anagrafe Francisco Joacquim Paiva Chaves, è anche un surfista e ci tiene a dire che interpreta la musica come la tavola da surf, cercando il suono così come l’onda. E il risultato è felicemente percepibile.
Accompagnato sul palco dal connazionale Joao Correia alla batteria per quasi tutto il concerto, tutto d’un fiato, senza pause, sempre in crescendo, col pubblico in piedi nel finale ad accompagnare con le mani, l’appuntamento che San Severino Blues Festival ci ha riservato sabato sera al Teatro Piermarini di Matelica, ben organizzato e introdotto da Mauro Binci.
Testo e foto di Simone Luchetti
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