I processi al nazionalsocialismo, da Norimberga al processo Eichmann fino ai giorni nostri, sono iniziati come processi ai crimini di guerra, per poi trasformarsi, grazie alle testimonianze in giudizio dei sopravvissuti ai campi di concentramento e sterminio, in processi alla Shoah, e hanno inaugurato la stagione dei procedimenti internazionali contro le gross violations dei diritti umani.

E’ quanto ha sostenuto Lutz Klinkhammer dell’Istituto storico germanico di Roma, nel corso delle conferenza che si è svolta all’Università di Macerata per iniziativa della Provincia, nell’ambito delle manifestazioni per il “Giorno delle Memoria”.

Ed a proposito di “Memoria della Shoah in Italia” – questo era il tema dell’incontro – Filippo Focardi docente dell’Università di Padova, ha sottolineato come i crimini fascisti in Italia, in particolare quelli commessi a danno degli ebrei, vissero con la complicità della gente italiana. Rispetto a una memoria nazionale tendente più a esaltare i personaggi “buoni” che aiutarono gli ebrei in Italia, il professore ha ritenuto necessario costruire una memoria anche sulla colpa italiana, troppo spesso – a suo avviso – sedata da un desiderio di riconciliazione col passato.

All’incontro, introdotto dal presidente del Consiglio provinciale, Umberto Marcucci, hanno preso parte anche Maria Paola Scialdone, ricercatrice di lingua tedesca all’Università maceratese, la quale ha curato l’iniziativa volta a compiere una “riflessione dell’elaborazione del sentimento di riscatto dalle colpe nazionalsocialiste e fasciste” e la professoressa Maria Letizia Perri che ha portato il saluto del preside della Facoltà di Lettere, Gianfranco Paci.

Dalla Provincia di Macerata