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Viva Festival 2009: al Teatro Rebis “Da Venerdì a Domenico: il viaggio di Robinson Crusoe”

Locandina Viva Festival 2009Sabato 31 Ottobre lo spettacolo di e con Lorenzo Pennacchietti, per la regia di Andrea Fazzini, “Da Venerdì a Domenico: il viaggio di Robinson Crusoe”. A seguire una conversazione con l’antropologa Barbara Sorgoni sui temi della colonizzazione e dell’integrazione. L’ingresso è libero. È consigliata la prenotazione.


Come scrive Joyce, Robinson è il primo vero personaggio inglese della letteratura inglese. Con Robinson Crusoe non nasce solo il romanzo inglese, ma un personaggio che diventerà metafora dell’epoca moderna e contemporanea. Robinson non è solo un personaggio, è una mentalità – una cultura – un modo di fare – un’ideologia. Robinson è la conquista del nuovo mondo e la distruzione della sua popolazione – Robinson è la tratta degli schiavi  – non a caso, Robinson naufraga mentre sta andando a comprare schiavi in Africa – il colonialismo, l’imperialismo – inglese prima e americano poi – il capitalismo più estremo ed arrogante, Robinson è lo sfruttamento dell’immigrazione, delle miniere del terzo mondo, è l’esportazione dei rifiuti tossici e radioattivi in Africa…
Quando R incontra Venerdì, per prima cosa gli insegna a dire “padrone”, spiegandogli che quello è il suo nome. Così si faceva a quel tempo. Era normale. L’altro era qualcosa di funzionale al nostro profitto.
“Per quanto questo traffico di creature umane possa apparire barbaro, inumano e contro natura,  pure i mercanti hanno argomenti a loro favore. In primo luogo, il beneficio del traffico. In poche parole, da questo traffico derivano profitti che superano di gran lunga tutti gli inconvenienti, siano essi reali o presunti” (Temple Lutrell – parlamentare inglese, XVIII secolo).
Robinson è razzismo, ma, soprattutto, Robinson è ottusità. Stupidità. Essere ottuso significa essere chiuso. Robinson è completamente chiuso alla vita, arriva su un’isola dei Caraibi e si comporta come se stesse in Inghilterra, vuole vivere allo stesso modo, mangiare allo stesso modo, vestire allo stesso modo. Robinson non ascolta e non vede. Non si relaziona con i luoghi né con gli esseri che incontra, ma impone il suo modo di fare senza riflessione, senza critica, senza pensiero.
Chiusura, ottusità, convinzione della propria giustezza, tutto questo costituisce le solide basi del razzismo, ma non solo…
Ottusità ed obbedienza cieca ai valori culturali imposti. Robinson è anche la stupidità del soldato che spara sui civili perché gli viene ordinato.
Criticare Robinson, cioè, agire criticamente attorno al suo personaggio, al suo autore, alla sua epoca, alle sue riscritture, al suo mito, significa rimettersi e rimettere in discussione in una continua e necessaria lotta contro l’ottusità .
“Ogni atto di violenza è una mancanza di ragionamento” (Balzac).
In Da Venerdì a Domenico: il viaggio di Robinson Crusoe, la storia di Robinson ad un certo punto si interrompe e segue tre ipotesi diverse per il finale, disegnando infine un unico scenario possibile per una convivenza pacifica sulla nostra isola.
Lo spettacolo divaga, ritorna nella narrazione, ne esce di nuovo per dar spazio ai monologhi dei personaggi…Robinson viene attraversato tramite le sue riscritture (Defoe, Giroudoux , Tournier, Golding), con un linguaggio diretto che gioca con la narrazione, l’ironia, il cinismo, la satira, la letteratura, la storia, l’attualità e il futuro.

Da Teatro Rebis

Redazione Macerata Notizie
Pubblicato Mercoledì 28 ottobre, 2009 
alle ore 15:11
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