Castelraimondo, si aprono le nuove stanze del Museo al Castello di Lanciano
Taglio del nastro per la nuova ala, che va ad arricchire il percorso visitabile del museo Maria Sofia Giustianiani Bandini, del castello di Lanciano. E’ stato mons.Francesco Giovanni Brugnaro, arcivescovo di Camerino, padrone di casa poichè il castello è di proprietà dell’arcidiocesi, affiancato da Luigi Bonifazi, sindaco di Castelraimondo, ad entrare per primo in quello che è stato l’appartamento privato della principessa Maria Sofia, da lei abitato durante i soggiorni estivi al castello, fino al 1977 anno della sua morte.
Da allora, nessuno aveva più potuto ammirare quelle piccole stanze, ricche di tracce di vita vissuta, che si intreccia con i cimeli storici di famiglia, riportate al loro splendore originario, grazie ai lavori di recupero del post-terremoto. In totale sono una decina le stanze che lo compongono, come ha spiegato Fabio Montesi, vicedirettore del museo, durante la visita guidata, ad iniziare dal salottino ottagonale, dove la principessa era solita cenare. Si passa poi alla camera da letto, dove la nobildonna riposava, su un letto ricavato da un unico pezzo di legno, databile intorno al 1400, dorato a foglia; da un lato si apre una porticina con la scala a chiocciola, che conduce all’appartamento degli ospiti, fotocopia di quello soprastante. Attiguo alla camera da letto era il bagno, in cui dentro un armadio di noce era chiusa una vasca da bagno, per garantire la privacy, ed infine una piccola stanza per il riposo. Un corridoio a fare da disimpegno, conduce all’altra parte dell’appartamentosolitamente occupato dall’autista della contessa, Romolo. Si accede al cosiddetto salottino dei drappi azzurri, la stanza da letto detta “delle ghirlande” per le curiose decorazioni vegetali, poi all stanza delle venationes con effigi raffiguranti animali, ed accanto la cosiddetta camera pompeiana, dalle decorazioni in stile classico. “Siamo oggi in un momento aurorale che segna una ripresa della fruizione del castello – ha detto mons.Francesco Giovanni Brugnaro, arcivescovo di Camerino – mettendolo a disposizione secondo le volontà indicate dalla nobildonna, nel suo testamento: morale a servizio della diocesi come oasi di studio e di pace; storica, legata ai trascorsi delle epoche precedenti; la fruizione artistico culturale, con la messa in sicurezza e la custodia dei beni; l’attenzione al parco circostante, con il recupero e l’inventario delle specie pregiate presenti”. La volontà è quella di un recupero totale del complesso che conta oltre trecento stanze distribuite su cinque livelli, oltre al parco ed alla torre con il ponte romanico. Il progetto di recupero dei danni del sisma, redatto dall’ing.Roberto Gagliardi e dall’arch.Enrico Frezzi, ha permesso di restituire al pubblico il piano nobile del castello, ma i fondi sono quasi finiti e resta ancora da realizzare la foresteria, nel cortile interno del castello. “La gente è molto vicina al castello di Lanciano – ha detto il sindaco Luigi Bonifazi – un fiore all’occhiello per il comune, che rappresenta una grande possibilità di valorizzazione turistica per tutto il territorio”. Alla cerimonia di apertura dell’appartamento sono intervenuti per la fondazione Masogiba don Mario Cardona e il prof.Vito Rizzo, che hanno ribadito l’impegno per la valorizzazione del castello, segnalando il problema della strada d’accesso interessata da una frana e il recupero di un altro dei quadri rubati nel 1981, trovato a Roma, che presto tornerà a far bella mostra di sè nelle stanze dell’antico maniero.
Dal Comune di Castelraimondo
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