L’Onda blocca l’inaugurazione dell’Anno Accademico
L’autunno che ci lasciamo alle spalle è stato l’autunno dell’Onda. In centinaia di migliaia di persone nelle piazze e nelle strade di tutto il paese, abbiamo dimostrato che è possibile opporsi alle politiche autoritarie imposte dal governo.
Studenti e ricercatori precari, genitori e docenti a difesa del tempo pieno, ma anche migranti e operai licenziati e cassintegrati: una reazione collettiva e determinata all’attacco contro scuola e università pubblica che è si è subito generalizzata a tutta la società nel reclamare libertà e diritti garantiti per tutti. Insieme abbiamo provato che è possibile opporsi al tentativo di scaricare i costi della crisi economica su chi vive e lavora nelle fabbriche di produzione del sapere. Torniamo oggi in piazza in questa giornata di sciopero del mondo della scuola e della formazione, per estendere la lotta contro la dismissione dell’università nella battaglia più ampia contro le politiche di smantellamento del welfare. Politiche promosse da chi si rifiuta di disporre un piano di ammortizzatori sociali e misure di redistribuzione della ricchezza e sostegno al reddito per i precari, l’unico antidoto ad una crisi senza precedenti! Mai come oggi la generalizzazione dello sciopero nelle nostre città diventa essenziale per difendere le libertà e i diritti fondamentali minacciati dalla stretta securitaria del governo. Un governo che, dal pacchetto sicurezza alle norme anti-sciopero, vuole reprimere il dissenso, trasformare le città in cui viviamo in prigioni a cielo aperto per prevenire la conflittualità sociale che si sta già sviluppando in Italia ed in Europa proprio a causa dell’impoverimento generale provocato dalla loro crisi. Sono le conquiste che i movimenti hanno strappato in anni di battaglie di civiltà e per i diritti che sono oggi pesantemente messe in discussione, le forme dell’espressione del dissenso che l’Onda è stata capace di reinventare nelle pratiche del blocco dei trasporti e della mobilità, nello sciopero esteso a tutta la città. Quelle espressioni di conflitto e autonomia che sono risuonate anche pochi giorni fa nei palazzi della nostra università quando abbiamo interrotto la conferenza inaugurale della Scuola per l’Alta formazione Nova Universitas, dichiarando indesiderata l’onorevole Aprea. Anche a Macerata in centinaia abbiamo preso parola occupando le facoltà e invadendo spontaneamente le piazze: l’Onda ha investito le rovine dell’istituzione accademica dando corpo all’idea dell’autoriforma dell’università che dal basso si alimenta del diritto a scegliere e condividere i saperi. Un percorso di lotta che ha imposto alle istituzioni universitarie la parola d’ordine del Niente da festeggiare!: l’anno accademico dell’Università di Macerata non vedrà alcuna inaugurazione dopo la conquista della decisione degli organi accademici di annullare la cerimonia di apertura! Vogliamo continuare a scrivere il nostro percorso con tutti quelli che vogliono rovesciare la crisi e la precarietà del lavoro in opportunità di riappropriazione di spazi di vita e di libertà. Vogliamo trasformare il Noi della crisi non la paghiamo in nome comune dei soggetti che vogliono resistere alla barbarie della repressione e della guerra al dissenso e all’umanità. Oggi diffondiamo lo sciopero in tutta la città perché nessuno potrà mai toglierci il diritto a manifestare, a resistere alle politiche autoritarie e razziste di questo governo, a reclamare in tutte le occasioni libertà e reddito contro la crisi!
Da Glomeda Comunicazione
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