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Sabato un convegno su “La Madonna dell’Insalata: un dipinto del Caravaggio a Recanati?”

Madonna dell'Insalata“La Madonna dell’Insalata: un dipinto di Caravaggio a Recanati?” è il titolo dell’incontro in programma sabato 6 dicembre alle ore 17,30 nella Chiesa dei Cappuccini di Montemorello.

L’evento, organizzato dalle Missioni Estere Cappuccini e dall’Amministrazione comunale, sarà un viaggio fra arte e storia, alla ricerca della risposta ad un quesito davvero suggestivo: l’autore della splendida Madonna dell’Insalata conservata nella chiesa recanatese è Alessandro Turchi, l’Orbetto, come sostiene Vittorio Sgarbi o Caravaggio, ipotesi avanzata quasi un secolo fa e che il professor Giuseppe Bartolozzi, esperto d’arte, ritiene debba essere seriamente considerata? Il convegno di sabato rappresenta un’occasione imperdibile per approfondire una questione affascinante e intrigante. Anche perché, insieme a Bartolozzi, docente dell’istituto teologico marchigiano, a parlare del dipinto e ad affrontare con estrema competenza il tema dell’attribuzione sarà anche il professor Claudio Strinati, soprintendente speciale del Polo museale di Roma.
La storia dell’attribuzione del dipinto a Caravaggio inizia quasi un secolo fa. Il recanatese Patrizi, in qualità di studioso di criminologia, si occupò più volte della figura del Caravaggio. Egli si imbatté casualmente, il 25 luglio del 1912, in un dipinto presente nella chiesa dei Cappuccini di Recanti. In un articolo apparso qualche anno dopo (1916) attribuì quest’opera a Caravaggio interpretandola come “Riposo nella fuga in Egitto” e poiché la sacra Famiglia è intenta a preparare una cena frugale con della cicoria selvatica egli denominò il dipinto “Madonna dell’insalata”. Benché ci siano nell’articolo del Patrizi anche interessanti annotazioni da un punto di vista storico-artistico, i suoi interessi sono rivolti innanzitutto all’indagine psicologica del pittore o come lo stesso Patrizi afferma egli cerca “lo spirito del Caravaggio”. Tuttavia l’attribuzione del Patrizi e il suo interesse permisero il restauro dell’opera e il Soprintendente e storico dell’arte Serra condivise tale attribuzione.
Recentemente l’opera è stata di nuovo sottoposta a restauro per rimuovere soprattutto le vecchie vernici e così il dipinto ha ritrovato maggiore leggibilità e luminosità. E’ stata anche l’occasione per una più approfondita indagine storica che ha permesso di appurare che il dipinto è presente nella chiesa del convento dei Cappuccini di Recanati a partire dalla fine dell’Ottocento. Ciò significa che proveniva da altra sede. Da dove?
“Poiché nel dipinto ci sono indubitabilmente le caratteristiche della pittura del Caravaggio e i segni della sua innovazione iconografica – spiega il professor Bartolozzi – è stata avanzata questa suggestiva ipotesi: poiché a Caravaggio fu commissionata, come sappiamo da documentazione sicura, fra la fine del 1603 e gli inizi del 1604 la pala d’altare dei Cappuccini di Tolentino, è possibile che il dipinto, dopo la soppressione piemontese del convento di Tolentino avvenuta nel 1866, sia passato a quello di Recanati riaperto nel 1886 per occupare la cappella di San Giuseppe, defraudata precedentemente dell’antico e pregevole dipinto segnalato dal Calcagni nella sua storia di Recanati. Si potrebbe trattare, dunque, del ritrovamento di un’opera del Caravaggio documentata ma che la critica dava per dispersa o mai realizzata”.
L’incontro nella chiesa dei Cappuccini sarà, dunque, l’occasione per presentare le ultime ricerche storico-iconografiche sul dipinto effettuate dal cappuccino prof. Giuseppe Bartolozzi e soprattutto per approfondire l’aspetto strettamente stilistico dell’opera per una sua possibile attribuzione a Caravaggio attraverso l’autorevole presenza del prof. Strinati.

Dal Comune di Recanati

Redazione Macerata Notizie
Pubblicato Lunedì 1 dicembre, 2008 
alle ore 15:34
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