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San Severino, arrestato un clandestino recidivo

Polizia di Stato - Questura di MacerataDopo una lunga storia giudiziaria e legale, la Polizia maceratese ha fermato un giovane albanese che era già stato espulso dall’Italia ed era rientrato sotto una nuova identità.


 

Ieri mattina personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Macerata in collaborazione con il personale dell’Ufficio Immigrazione, ha tratto in arresto a Macerata un giovane albanese, L.B. di anni 22 e residente in San Severino Marche, per essere entrato in Italia senza la prevista autorizzazione del Ministero dell’Interno poiché lo stesso era stato accompagnato alla Frontiera di Bari nel 2008, seppur con altre generalità.

Dalle immediate indagini sviluppatesi in seguito al suo fermo, è emerso che al cittadino albanese in argomento nel 2007 una ditta edile di San Severino Marche aveva presentato domanda di lavoro presso lo sportello Unico della Prefettura di Macerata presentando, nell’occasione, tutta la documentazione occorrente e tra l’altro copia del passaporto del cittadino da assumere. Per opportuna conoscenza si rappresenta che le richieste di lavoro devono essere fatte dai datori di lavoro e che il cittadino straniero da assumere  non dimori in Italia.

Successivamente alla presentazione della richiesta di lavoro, il cittadino albanese viene fermato dai Carabinieri di San Severino Marche sprovvisto di documenti personali nonché del relativo foglio di soggiorno. In tale occasione il predetto straniero, consapevole del fatto che fornendo le esatte generalità avrebbe portato al diniego della richiesta di assunzione, fornisce ai Carabinieri generalità diverse da quelle presentate nella richiesta di assunzione di lavoro (in pratica fornisce lo stesso nome, cognome, anno e mese ma diverso giorno di nascita).

Essendo clandestino, il Questore di Macerata gli ordina di lasciare il territorio nazionale entro 5 giorni, in attuazione del decreto del Prefetto di Macerata, cosa che non ha mai fatto, tanto che nel Febbraio del 2008 i sopraccitati Carabinieri rintracciano a San Severino Marche il predetto albanese e quindi lo arrestano in violazione appunto all’ordine del Questore di lasciare l’Italia. In seguito all’arresto lo straniero è accompagnato alla frontiera di Bari, dove lascia il territorio nazionale.

Nel frattempo la pratica amministrativa della regolarizzazione dell’assunzione del lavoratore straniero va avanti tanto che nel frattempo vengono interessate l’Ambasciata Italiana, il Ministero del lavoro, l’Ufficio Immigrazione e la Prefettura di Macerata che ognuno per la propria parte di competenza da l’assenso positivo all’assunzione e regolarizzazione dello straniero, in quanto appunto a carico dello stesso non emergevano dati negativi e soprattutto che non era stato mai in Italia, tanto che allo stesso viene concesso il Nulla Osta per l’ingresso e quindi l’Ambasciata Italiana gli rilascia il visto d’ingresso per lavoro.

Nel 2010 la pratica relativa all’assunzione del predetto straniero viene portata al termine e la ditta riceve l’OK dalla Prefettura di Macerata per l’assunzione dello straniero che si presenta regolarmente (con visto dì ingresso e passaporto) alla Prefettura di Macerata per firmare l’atto di assunzione. Gli atti successivi vedono appunto l’epilogo odierno, dove appunto si è provveduto a dimostrare che lo straniero arrestato dai Carabinieri San Severino Marche altro non è che la stessa persona che ha firmato in Prefettura il contratto di lavoro, che non sarebbe potuto tornare in Italia senza autorizzazione del Ministero dell’Interno e comunque non prima di 10 anni.

dalla Questura di Macerata

Redazione Macerata Notizie
Pubblicato Mercoledì 8 settembre, 2010 
alle ore 7:17
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