Pievebovigliana: Da Legambiente Marche secco no alla discarica di rifiuti speciali
Il progetto di una discarica per rifiuti speciali da realizzare a Pievebovigliana non trova alcun conforto nelle linee di programmazione Provinciale e Regionale elaborate da almeno un decennio a questa parte.
Il fatto che il sito prescelto risulti privo di vincoli non oscura un dato oggettivo: Pievebovigliana è la porta naturale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e se in quel territorio si vuole puntare sul turismo per una maggiore redditività delle attività locali, come hanno sempre asserito le amministrazioni, la localizzazione di una discarica per rifiuti speciali va esattamente nella direzione opposta.
Inoltre i qantitativi di rifiuti prodotti dalle aziende della Provincia non giustificano in alcun modo l’investimento richiesto dalle vigenti normative comunitarie per impianti complessi come quello che si vorebbe realizzare: ne consegue che, non esistendo per legge limiti in termini di provenienza dei rifiuti speciali, per garantire redditività all’impianto è prevedibile che ‘piomberanno a Pievebovigliana rifiuti da tutta l’Italia.
Sono queste le motivazioni principali con cui Legambiente Marche esterna la sua totale contrarietà alla realizzazione di una discarica nel territorio del Comune di Pievebovigliana tra Pontelatrave e Monastero.
“E’ una proposta assurda da restituire al mittente.- ha commentato così il presidente di Legambiente Marche Luigino Quarchioni- Collocare un milione di metri cubi di rifiuti speciali a Pievebovigliana considerato anche il suo aspetto vocazionale, mi sembra pura follia.
Per giunta si corre il rischio di buttare all’aria diversi progetti portati avanti anche con la collaborazione della Comunità Europea. Penso anche all’attività di recupero dell’Oasi Protetta di Polverina che andrebbe completamente vanificata. E a tutti gli sforzi che questo piccolo comune ha fatto (vedi certificazione Emas, l’adesione della fondazione symbola ).Ma penso anche alle numerose attività agrituristiche già soffocate nella morsa dei cantieri della Quadrilatero che verrebbero ulteriormente penalizzate da una simile scelta.Una scelta della quale non si avverte francamente alcuna necessità”.
“E’ giunta l’ora di lasciarci alle spalle le speculazioni sui rifiuti- ha detto seccamente Gianfranco Borgani – membro della Commissione regionale rifiuti di Legambiente Marche. Voglio ricordare una cosa che sfugge ancora a molti: l’art. 178 del Dlgs 152/2006 qualifica la gestione dei rifiuti (“tutti” i rifiuti e non solo quelli urbani) “attività di pubblico interesse”.Elementi questi, tutti confermati puntualmente dal modo col quale si è pervenuti alla indivuduazione di un sito del tutto sprovvisto di qualsivoglia aspetto vocazionale e all’interno di una proposta avvolta addirittura dal mistero circa i soggetti attuatori.
Ciò significa che la legge disegna un sitema in cui la gestione dei rifiuti deve essere innanzi tutto un servizio reso ad aziende e cittadini, ed in ultima analisi all’ambiente, ovviamente in forma imprenditoriale.
In questa come in altre occasioni, invece, si continua a inquadrare la questione solo in termini di “discariche”, non come gestione integrata di sistemi di trattamento, smaltimento e recupero di materia e produzione di energia e, soprattutto, come un fatto prevalentemente di “business” da affidare alla cura di qualche commercialista”.
da Legambiente Marche
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