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Il calcio di Civitanova programma il futuro. In arrivo una Fondazione per la città

"Finalmente si punta su un progetto tutto civitanovese"

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calcio dilettantistico civitanovese-foto di gruppo

Il lavoro da fare è tanto, il percorso lungo e tortuoso. Ma con la collaborazione di tutti e la disponibilità di ogni singolo dirigente, il calcio dilettantistico civitanovese può ancora assumere una vera e propria identità unitaria e splendere di luce propria anche nelle categorie minori.

E’ questo il messaggio lanciato venerdì sera nell’incontro delle società calcistiche del territorio che si sono ritrovate nella splendida cornice del Lido Cluana per una convention programmatica sul futuro del calcio dilettantistico civitanovese, che vuole ripartire dal basso per aprirsi sempre più alla città. All’invito del moderatore Emanuele Trementozzi, giornalista e Direttore Sportivo del Real Citanò, hanno risposto con entusiasmo quasi tutte le realtà del territorio.

Presenti, infatti, Alessio Carinelli del San Giuseppe, Sandro Mazzalupi del Real Citanò, Giorgio Morresi della Vis Civitanova, Paolo Biancucci, Marisa Capparuccia, Pasquale Calderoni e Claudio Tirabassi della Saetta, Massimo Speranzini per la Salesiana Vigor e Giordano Perini per il Santa Maria Apparente; assente giustificato, perché impegnato in una riunione di giunta, l’Assessore Piergiorgio Balboni che ha preventivamente avvisato i partecipanti della sua non presenza, facendo giungere comunque i propri saluti.

Un incontro fortemente voluto per illustrare i progetti in vista della prossima stagione e che, da convegno vero e proprio, si è trasformato in una più conviviale tavola rotonda. Ogni società ha analizzato, nello specifico, le difficoltà che affronta quotidianamente per lo svolgimento dell’attività agonistica: dai rapporti con l’Amministrazione alla scelta degli orari di allenamento, per passare alla questione Antistadio e finire con la difficile gestione del settore giovanile; quest’ultima tematica, naturalmente, riservata a quei sodalizi come Vis, Salesiana Vigor e Santa Maria Apparente che lavorano per la crescita dei ragazzi dalle Scuole Calcio fino alla Prima Squadra.

Un’ora di vivace e fruttuoso dibattito che è culminato con una promessa: quella di rivedersi nel giro di una mesata per mettere a punto idee e linee programmatiche per la crescita del movimento calcistico civitanovese che, nelle categorie inferiori, ha tanto da dare ma ancora molto da imparare.

E la speranza, oltre che l’augurio di tutti, è quella di giungere a breve ad una posizione univoca sulle problematiche comuni dello sport locale, secondo il basilare assioma che l’unione fa la forza. E su questo principio si inserisce perfettamente il progetto illustrato dal dirigente Paolo Biancucci che, da tempo, sta portando avanti l’idea di una Fondazione per Civitanova.

Un’associazione di associazioni sportive delle più disparate discipline – ha affermato Biancucci – Un’entità che si prenderà a cuore i problemi dello sport civitanovese e che, attraverso l’impegno di società, dirigenti e sponsor, intervenga puntualmente sulle questioni di primaria importanza. Sono tanti i problemi da risolvere e le tematiche da affrontare; se lo facciamo tutti insieme, presentandoci come un’unica entità formata da anime diverse, che mantengano ovviamente ognuna la propria autonomia gestionale, possiamo farci sentire e raccogliere più risultati. Ogni società è libera, nel proprio asset organizzativo, di comportarsi come preferisce; ma quando si discute di problemi reali, comuni ad ognuno di noi, è fondamentale unire le forze e fare in modo che tutti insieme possiamo parlare attraverso una sola voce, forte e autorevole“.

La priorità assoluta è quella di lavorare sui giovani e farli crescere, in vista di un possibile approdo nella squadra più importante della città: la Civitanovese – ha detto il Presidente Vis Giorgio Morresi – Sarebbe importante ricalcare il modello Ascoli che, con ben 14 società satelliti sul territorio, cresce e monitora costantemente i giovani calciatori, nella speranza che qualcuno di questi possa poi sfociare in maglia bianconera. Ogni società sportiva ha una sua reale importanza sul territorio, soprattutto sociale, perché grazie all’opera delle nostre realtà calcistiche è possibile togliere ragazzi dalla strada e allontanarli dalle frequenti storture di questa società“.

La Salesiana Vigor ha da sempre lavorato con e per i giovani in un contesto importante come quello dell’Oratorio – ha detto Massimo SperanziniInsegniamo calcio ma soprattutto insegniamo ad essere dei veri uomini. Dobbiamo fare in modo che i ragazzi di Civitanova, quelli meno adatti ad un campionato come quello di serie D, possano comunque avere sbocchi in categorie inferiori, magari Eccellenza e Promozione, piuttosto che correre il rischio di vederli smettere ad una giovanissima età. E il lavoro delle nostre società, in questo senso, è fondamentale“.

Spesso abbiamo problemi nel trovare giovani che giochino in Terza Categoria – dice l’allenatore della Saetta Pasquale CalderoniNon sempre esiste collaborazione tra società e spesso, piuttosto che far crescere i propri ragazzi altrove, ci si ritrova con tanti giovani che abbandonano questo splendido sport, solamente perché osteggiati dai propri sodalizi, che rendono impossibili anche i semplici prestiti della durata di un anno“.

Di giovani bravi ce ne sono tanti, bisogna solo saperli far crescere – esordisce nel suo intervento il presidente del San Giuseppe Alessio CarinelliBasti pensare al nostro Filippo Di Stani che, dopo due anni di terza categoria, è stato tesserato dallo Skorpion in Seconda e può misurarsi in un campionato di categoria superiore. La nostra società era sul punto di chiudere battenti quattro anni fa, poi è iniziato un nuovo corso che stiamo percorrendo con grande entusiasmo“.

Civitanova ha bisogno di ritrovare una comunità di intenti e di andare oltre ogni singolo campanilismo – dice il dirigente del Real Citanò Sandro MazzalupiCi sono tanti giovani che hanno reali capacità ma troppo spesso si perdono. A volte per colpa delle società di appartenenza, altre per problematiche esterne alle stesse. Ma se il calcio civitanovese provasse ad unirsi e ad affrontare insieme le problematiche comuni, sono certo che tutto sarebbe più facile“.

Un esempio di civitanovesità è il Santa Maria Apparente di mister Giordano Perini. “Su 25 giocatori in rosa ben 23 sono civitanovesi doc – ha detto il tecnico – e questo sicuramente è motivo d’orgoglio per tutti noi. Dopo alcuni anni di politiche sportive differenti, finalmente si è deciso di puntare sui ragazzi della nostra città che sentono loro questo progetto tutto civitanovese“.

Un progetto univoco di società calcistiche che affrontino unitariamente le problematiche è sicuramente tanto ambizioso quanto di difficile attuazione – chiosa Emanuele TrementozziTroppo spesso a Civitanova hanno la meglio interessi personali e malelingue che tendono a discreditare il lavoro altrui. Ma bisogna soffermarsi e comprendere che, tutti insieme, possiamo risolvere i problemi di comune interesse e farci sentire con più forza nelle sedi opportune. Mettere da parte gelosie ed individualismi non è affatto facile, ma è una strada percorribile con il tempo. Ciò non significa che le società calcistiche civitanovesi debbano perdere la propria autonomia, anzi“.

Formare un’entità unitaria, una coscienza univoca – continua Emanuele – può solo essere un bene quando ci sono da affrontare tematiche che riguardano il bene collettivo. Da soli si combina poco; uniti, invece, si possono ottenere grandi ed insperati risultati. Mi auguro che quest’incontro abbia abbattuto già alcune barriere e abbia fatto da apripista ad altri futuri; Civitanova ha un potenziale enorme dal punto di vista calcistico, ma troppo spesso l’individualismo porta a trascurare il benessere collettivo. Che, in questo caso, riguarda solamente il futuro dei nostri ragazzi e dei vari sodalizi presenti in città. I problemi sono tanti, la voglia di risolverli non sempre è sufficiente per ottenere risultati concreti. Mettersi insieme, fermo restando l’autonomia di ogni società a livello organizzativo interno, è la strada maestra per far crescere con costanza il nostro amato sport cittadino. La partecipazione delle società a questa tavola rotonda, ovviamente non presuppone alcun impegno in ottica futura“.

Ma la mia speranza – conclude Trementozzi – è che sia servita, almeno in parte, ad abbattere sterili personalismi e a far sì che in futuro ci si possa incontrare di nuovo per buttare giù idee programmatiche e linee di intervento concrete per il bene di tutti noi“.

 

daEmanuele Trementozzi

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