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Corridonia, ragazza pakistana rifiuta matrimonio combinato

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Famiglia pakistanaLitigi e minacce per una ragazza di origine pakistana che si rifiutava di essere rimpatriata per rispettare un patto matrimoniale stipulato dai genitori senza il suo consenso. Scoppia il caso, ora affidato all’autorità giudiziaria.


 

Una ragazza diciassettenne originaria del Pakistan si rifiuta di tornare in patria per ottemperare ad un impegno di matrimonio contratto dai suoi genitori anni fa e, dopo l’ennesima lite, la situazione si surriscalda portando i genitori, secondo la testimonianza resa dalla giovane ai Carabinieri, addirittura alle minacce di morte se lei non si fosse piegata ai dettami della tradizione.

Il fatto è accaduto a Corridonia e risale a martedì sera, ma soltanto oggi iniziano a chiarirsi i contorni di una vicenda che risulta sintomatica per un contrasto tra generazioni che si sentono di appartenere a culture diverse, sebbene siano parte della stessa famiglia. Il caso scoppia in una famiglia pakistana in cui la figlia maggiore si oppone alla decisione di padre e madre che hanno stabilito, con una famiglia rimasta in madrepatria, il destino coniugale della ragazza. Martedì scorso il contrasto familiare raggiunge l’apice e probabilmente gli animi si sono surriscaldati oltre il dovuto: la diciassettenne, temendo per la propria vita, avverte i Carabinieri che intervengono immediatamente sedando la lite e conducendola in una comunità protetta dei Servizi Sociali Comunali.

“Si tratta di una comunità tranquilla – commenta il sindaco di Corridonia, Nelia Calvigioni, riferendosi ai pakistani che risiedono in città – tengono molto all’istruzione dei figli. Però un fatto del genere un po’ mi fa pensare. Perché essere rimpatriati per un matrimonio è preoccupante. Apprezzo il coraggio di questa ragazza, è un bene. Tra qualche mese diventerà maggiorenne e allora avrà tutto il potere di decidere della sua vita. La ammiro perché ha fatto un grosso passo e si sta integrando con la cultura del nostro Paese.

Oggi il legale dei genitori fa sapere che le presunte minacce di morte non sono state mai pronunciate e che la giovane si sia fatta spaventare dai toni un po’ troppo minacciosi dei genitori. Ma questo resta come caso emblematico per una situazione che si ripropone sempre più spesso: le nuove generazioni delle famiglie di immigrati, nate e cresciute nella nostra società, si sentono di far parte più allo stile di vite e di pensiero occidentale piuttosto che alla cultura  alle tradizioni del Paese d’origine, entrando di frequente in conflitto con la famiglia ancora legata al proprio passato culturale.

Marco Di Pasquale

Redazione Macerata Notizie
Pubblicato Venerdì 28 maggio, 2010 
alle ore 9:31
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