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Macerata, sgominata associazione a delinquere operante negli appalti pubblici

Coinvolti imprenditori, pubblici ufficiali e anche un ex-finanziere: rilevati casi anche nelle province di Ancona e Fermo

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Guardia di Finanza, 117, fiamme gialle

Al termine di indagini portate avanti per oltre un anno, la Guardia di Finanza di Macerata ha messo in atto tre misure cautelari nei confronti di altrettanti imprenditori, i quali negli ultimi anni avevano imbastito una rete illecita dedita alla turbativa d’asta e alla corruzione nell’ambito degli appalti pubblici.

I tre soggetti in questione, tutti operanti nel settore edile, si sarebbero infatti resi protagonisti di comportamenti altamente illegali, mettendosi d’accordo tra di loro in modo da spartirsi numerosi appalti.

L’indagine condotta dagli uomini del nucleo di Polizia Tributaria ha infatti portato a galla i metodi da loro utilizzati a tale scopo. Gli imprenditori, mediante le rispettive imprese, erano infatti soliti presentare delle offerte di ribasso di comune accordo in occasione degli appalti, i quali venivano poi assegnati secondo una schema concordato. A questo punto, l’impresa uscita vincitrice si limitava a compiere una percentuale esigua dei lavori, delegando invece la maggior parte di tali prestazioni a sub-appaltatori anch’essi in combutta con questo sistema: in tal frangente veniva inoltre emesso un gran numero di fatture falsificate, necessarie per appianare le differenze tra quanto era stato effettivamente speso e quanto invece dichiarato.

L’attività di investigazione ha poi rivelato il ruolo cardine svolto da alcuni Direttori dei lavori e dai Responsabili Unici del procedimento delle stazioni appaltanti, pubblici ufficiali che in parecchie occasioni avrebbero redatto certificati falsi per eludere la legge. Emersa anche la collaborazione da parte di un ex-finanziere, in congedo assoluto da qualche mese a questa parte: costui, dietro il pagamento di 40.000 euro da parte di uno degli imprenditori indagati, avrebbe rivelato informazioni riservate su cui vigeva il segreto investigativo.

Secondo quanto appreso dagli inquirenti, tra il 2014 e il 2016 gli imprenditori facenti parte di questa organizzazione si sarebbero aggiudicati appalti pubblici per più di 26 milioni di euro, appalti relativi a lavori svolti principalmente nelle province di Macerata, Ancona, Fermo e Perugia.

Nelle prime ore della mattinata di giovedì 23 novembre, il personale della Guardia di Finanza ha infine messo in atto diverse perquisizioni, notificando contestualmente a ciascuno dei tre imprenditori il divieto, valido per otto mesi, di esercitare la professione imprenditoriale e di ricoprire incarichi direttivi in imprese di qualsiasi genere.

Essi dovranno ora rispondere delle accuse di associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti, falso ideologico, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti: l’imprenditore messosi in contatto con l’ex-finanziere è stato inoltre denunciato per corruzione e concorso in rivelazione di segreto d’ufficio. Per l’ex-appartenente alle forze dell’ordine, cui nel frattempo sono stati sequestrati beni pari alla cifra da lui incassata, le accuse sono invece corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio.

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