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Festa delle donne: ogni giorno sia l’8 marzo, anche a Macerata

I dati del centro antiviolenza della provincia: ecco perché servono incontri e formazione

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Il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari e l’assessore alle pari opportunità Paola Mariani, nell’augurare alle donne del nostro territorio un “Buon 8 marzo”, all’insegna della consapevolezza del proprio valore e dei propri diritti, assicurano la prosecuzione dell’impegno delle istituzioni nel contrastare l’odioso fenomeno della violenza.

La Provincia infatti attraverso il suo Centro Antiviolenza che ha sportelli sia a Macerata che a Camerino offre un sostegno gratuito ed anonimo alle donne in difficoltà. Accanto a ciò ogni anno vengono messe in atto azioni di sensibilizzazione attraverso incontri nelle scuole e momenti di approfondimento e formazione con gli operatori che a vario titolo vengono a contatto con le donne vittime di violenza.

L’analisi dei dati forniti dagli operatori del Centro Antiviolenza per l’anno 2015 confermano quanto già emerso in passato. La violenza è trasversale, riguarda indistintamente tutte le donne e spesso è compiuta all’interno del contesto familiare, dal partner o dal compagno (54%), da chi con la vittima ha un legame. 65 sono le donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza nell’anno 2015. Il 62% di queste di nazionalità italiana. Il 50% ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni; circa il 43% è coniugato. Quasi il 57% ha un diploma o una qualifica professionale, il 12% una laurea.  Il 51% è occupato, il 35% disoccupato. Almeno 8 donne su 10 hanno dichiarato di aver subito atti di violenza sia fisica sia psicologica.

L’età, lo stato civile, il titolo di studio e l’occupazione confermano i dati italiani, e cioè che il fenomeno della violenza sulle donne appartiene più alla normalità che alla patologia ed è ancora troppo poco visibile. Quasi la metà di chi si è rivolta al Centro Anti Violenza è coniugata, ha un diploma o una qualifica professionale ed è occupata in maniera stabile. Le violenze si consumano per lo più tra le mura domestiche, nel rapporto con il marito o il convivente o l’ex, e molto spesso, purtroppo, davanti ai figli.

Un fenomeno che non accenna a diminuire e che anzi si connota sempre più come violenza fisica, il più delle volte connessa a quella psicologica ed economica.

E le strade da percorrere non possono che essere due:
– che ciascuna vittima rompa il muro del silenzio e denunci la violenza subito sapendo che c’è una rete di sostegno istituzionale alle loro spalle,
-che le istituzioni e le associazioni, ciascuna nei propri contesti seguitino sempre a tenere alta l’attenzione sul fenomeno, svolgendo azioni di sensibilizzazione e  diffondendo soprattutto tra le nuove generazioni, un messaggio di contrasto alla violenza.

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